Bisceglie. Siete tutti benvenuti.
Bisceglie è un importante centro agricolo, con industrie manifatturiere prevalentemente nel campo tessile. La città si affaccia sul mare Adriatico per uno sviluppo del litorale di circa 7,5 km, fra i comuni di Trani, a nord, e Molfetta, a sud.
Il territorio comunale, prevalentemente pianeggiante, scivola verso il mare solcato da diverse lame, nelle quali il microclima è particolarmente favorevole alla proliferazione di flora e fauna. Il territorio comunale si spinge per alcuni chilometri verso i centri di Corato, Ruvo di Puglia e Terlizzi, incontrando così i primi pendii delle Murge.
L’altimetria è compresa fra 0 e 160 metri di altitudine sul livello del mare. La città si estende prevalentemente in una fascia compresa fra il tratto costiero e la linea ferroviaria Bologna – Lecce, con alcune propaggini che vanno oltre la strada ferrata (quartiere di Sant’Andrea, zona artigianale, zona industriale). Il nucleo più antico della città, un tempo limitato da due lame che convergevano verso il bacino portuale, sorge su una porzione di territorio predominante rispetto alle aree successivamente urbanizzate. La città è caratterizzata da un clima mediterraneo con inverni miti continentali umidi ed estati calde e umide. Le escursioni termiche sono contenute dall’azione mitigatrice dell’Adriatico. Essendo una città costiera, l’umidità relativa si mantiene molto elevata in tutto l’anno, oscillando mediamente tra il 70% e 90%. Tuttavia, la città nei mesi invernali è spesso influenzata dalle correnti fredde di provenienza nord-orientale, che sporadicamente determinano precipitazioni a carattere nevoso. Le piogge, concentrate nei mesi invernali, sono caratterizzate da un regime estremamente variabile.
Sull’origine del nome di Bisceglie le ipotesi più accreditate sono due. La prima sostiene che il nome, tramite il dialetto Viscile o Vescegghie, a sua volta trovi la radice nell’antica voce Visciju (querciola). Il querciolo è la quercia di Palestina, una specie che si sviluppa sia come albero che come arbusto. Tale quercia, che in Italia è solo presente in Puglia, Basilicata e Sicilia, in passato era particolarmente abbondante nella zona di Bisceglie.
L’altra ipotesi, sempre via voce dialettale, fa risalire il nome al latino vigiliae, sentinella, nelle forme antiche Vigilas, Vigilarum civitatis, Vigilie, Vigilia e Biscilia. Questa ipotesi è stata ed è sostenuta da chi ritiene che in epoca romana esistessero nel territorio dei posti di controllo e di guardia sulla via Traiana, o ci fossero delle postazioni di guardia con torri e vedette lungo la costa, per difendere una vasta area dalle eventuali invasioni di pirati.
Il territorio di Bisceglie fu abitato sin da epoche remote.
Nel paleolitico le grotte presenti nel territorio furono abitate da una popolazione di stirpe mediterranea. Ne dimostrano la presenza e l’attività umana le numerose pietre scheggiate (armi e utensili), i resti di animali di specie estinte (leone cavernicolo, orso delle caverne, buoi e cavalli primigeni), i resti di animali di specie remote (rinoceronte, iena, cervo) ed il femore umano curvo attribuibile all’uomo di Neanderthal rinvenuto nella grotta di Santa Croce e attualmente conservato nel museo archeologico nazionale di Taranto.
Nella grotta dello zembro, invece, furono ritrovati alcuni resti di ceramica del periodo neolitico.
Nell’età del bronzo vennero costruiti nell’agro di Bisceglie, dalle primitive genti che qui vi abitavano, imponenti sepolcri denominati dolmen. I più interessanti per qualità sono: il dolmen della Chianca (dal termine dialettale chienghe, lastrone di pietra), il dolmen di Albarosa e il dolmen di Frisari.
Bisceglie nasce asserragliata sul mare, intorno ad un antico porto, tuttora attivo. Nella città intra moenia, fatta di strade strettissime e alte, e di volte che le scavalcano, difesa a filo dal castello federiciano e dalla torre Maestra, sorge e domina dal punto più alto la cattedrale, sorgono antiche chiese e monasteri, antichi palazzi nobiliari e un antico teatro.
La città intra moenia costituisce un’imponente monumentalità tale da sembrare fatta in un unico pezzo, scavato e bucato. Andando “oltre”, la città extra moenia è ricca di chiese e conventi, di palazzi, ville e casali.
Ci sono perfino i dolmen e le grotte anticamente abitate. Tutto ciò testimonia una storia che si perde nella notte dei tempi.
Sul finire degli anni Ottanta, l’incalzante fenomeno dell’erosione marina che riguardava in particolar modo il tratto di costa balneare compreso fra Bisceglie e Trani, indusse l’Amministrazione a dotarsi di un piano di recupero costiero dell’intero litorale di Ponente.
Le opere realizzate, impostate secondo criteri di architettura del paesaggio, attualmente costituiscono un imponente ed originale sistema di percorsi pedonali e ciclabili, articolati su più livelli, che si sviluppano per circa 3 km sull’intero litorale ponentino.
Il “waterfront” dell’intero sistema appare come un’enorme muraglia in pietra a secco che, interrotta a tratti da elementi rocciosi preesistenti, trova una scenografica apertura sul mare in corrispondenza del Teatro del Mediterraneo, in località Trullo Verde.
Sviluppate sono le attività turistiche: il comune si fregia della Bandiera Blu, riconoscimento conferito dalla FEE alle migliori località costiere europee e per le spiagge di Scalette e Salsello nel 2003, 2005, 2006, 2021 e 2022.
La cucina tradizionale biscegliese è in perfetto equilibrio tra terra e mare.
I piatti tipici sono: ceci e cavatelli; ceci e pasta; cime con strascinati (simili alle orecchiette) e cardi (piante di carciofi lessate e cucinate in brodo con l’uovo); cime e strascinati assése; patate, cozze e checozze al forno; sevéirchie de checòzze e chechezzéidde mbregatorie; ciammarechéidde cu premedòle; l’arancia rotta all’acqua; u sfricone; l’acquasale, la cialdédde; strascinati e cime di rapa; pane, pomodoro, olio e sale.
Completano queste pietanze: il pesce, servito in tutte le salse, tra cui quello servito alla griglia e u ciambotte, ma anche prelibatezze marinare come alici marinate, ricci, piccoli polpi e seppioline crude condite con limone e olio e cozze crude oppure cotte; le braciole e l’arrosto di castrato; le gnimbredde.
Tra la frutta, primeggiano le ciliegie di Bisceglie, l’uva da tavola del genere “baresana” (detta anche turchesca o lattuario bianco), l’uva “regina” e l’uva “cardinale”.
Una tipica ghiottoneria locale è u calzaune, una focaccia ripiena di sponsali lessati e baccalà, olive nere, acciughe, diabuicchie (peperoncino) e uva passa. Un’altra varietà di calzone è preparata con pomodori, ricotta forte e cipolla. Rientra nella tradizione mangiare il calzone alla vigilia dell’Immacolata ed alla vigilia di Natale.
I dolci tipici della cucina locale sono: le cartellate, dolci preparati in occasione delle feste natalizie; i pizzetti fatti con mandorle arrostite, zucchero e cacao; i marzapane; le sapienze, fatte con farina, zucchero e marmellata; le ciambelle, fatte con farina e uova e inzuppate nel giléppe (glassa), preparate per le feste pasquali; le zeppole, fatte con uova, farina, un po’ di burro e fritte in forma di taralli servite in occasione della festa di San Giuseppe; la schiuma di uova; la scarcella; u seseméidde; la còlve, preparata il giorno dei morti con grano bollito condito con abbondante vin cotto, mandorle tritate, pezzi di noce, pezzetti di cioccolato, chicchi di melograno; le pestazze e la monaca; u calzengéidde; il “sospiro”. Quest’ultimo è il dolce tipico biscegliese più famoso, tutelato dal consorzio Pasticceri di Bisceglie, che ne hanno redatto il disciplinare (ingredienti e preparazione), legando ulteriormente la storia di questo dolce alla storia della città stessa.